Come per tutti gli argomenti relativamente nuovi e poco diffusi presso il grande pubblico, anche attorno a Bitcoin sono nate leggende metropolitane, alcune completamente infondate e altre legate a dubbi legittimi che i meno informati potrebbero porsi. Di seguito analizziamo alcuni fra i principali miti legati a Bitcoin e cerchiamo di spiegarli in modo da dare la possibilità a neofiti e non di avere un’opinione chiara e correttamente informata a riguardo.

“Bitcoin è uno schema Ponzi”

Dal punto di vista puramente tecnico, uno schema Ponzi si basa sulla progressiva iniezione di nuova quantità monetaria da parte di chi viene reclutato, fino a che non si raggiunge una dimensione insostenibile; Bitcoin come ecosistema invece è composto da una quantità limitata e scarsa di unità monetarie, regolate da un programma computerizzato open source, quindi è impossibile sia per i membri originari che per quelli nuovi alterare in qualsiasi modo la quantità di moneta esistente all’interno dell’ambiente.
Se invece si volesse paragonare a uno schema Ponzi la dinamica che porta a potenziali guadagni speculativi derivati dalle oscillazioni del prezzo di Bitcoin, comunque si commetterebbe un errore concettuale: è innegabile che l’entrata di nuovi utenti all’interno della comunità di Bitcoin abbia tendenzialmente come conseguenza l’aumento del prezzo di Bitcoin stesso, ma non per via di un meccanismo studiato ad hoc, piuttosto perchè tale dinamica da origine ad una modifica della domanda, che per elementari leggi economiche irrimediabilmente fa aumentare i prezzi se il bene considerato segue le leggi di mercato ed è in quantità limitata, come appunto Bitcoin.

“L’inventore di Bitcoin potrebbe in qualsiasi momento cambiare il programma e truffare gli utenti”

No, è impossibile. Infatti il “programma” utilizzato dagli utenti e che regola Bitcoin non dipende dall’inventore di Bitcoin, Satoshi Nakamoto, né è possibile che tale situazione cambi. Satoshi Nakamoto infatti ha scritto il codice sorgente del programma e poi l’ha reso open source, permettendo a chiunque di leggerlo e prevederne dinamiche di funzionamento e comportamento. Il programma è poi stato adottato diffusamente perchè riconosciuto come legittimo e sicuro dagli utenti stessi, quindi non è assolutamente possibile che ci siano imprevisti riguardo al funzionamento del programma su cui si basa Bitcoin.

“L’inventore di Bitcoin potrebbe rubare i soldi degli utenti”

Come spiegato nella risposta precedente, Satoshi Nakamoto ha semplicemente scritto il programma di Bitcoin, ma non è in alcun modo coinvolto nella gestione dei fondi degli utenti. I bilanci personali infatti sono registrati e convalidati dalla rete stessa, quindi salvo sabotaggi della rete o negligenza degli utenti stessi, è impossibile che i fondi vadano persi o rubati. Si tenga comunque presente che, come verrà discusso in seguito, è fisicamente e matematicamente improbabile se non impossibile che la rete venga manomessa da malintenzionati.

“Bitcoin è stato compromesso in passato e potrà essere compromesso nuovamente”

Falso, Bitcoin non è mai stato compromesso. Si sono verificate falle nella sicurezza di servizi forniti da terze parti che coinvolgessero Bitcoin, come exchanges e portamonete online, con conseguenti truffe e furti. Tuttavia tali servizi si basano su sistemi informatici tradizionali per la loro interfaccia e gestione, e sono tali sistemi ad essere stati compromessi. Per esempio, sarebbe come affermare che l’oro è stato compromesso e di conseguenza non è sicuro perchè dei ladri hanno derubato la banca in cui dell’oro era depositato, scassinando la cassaforte. Dal punto di vista matematico, esistono talmente tante possibili combinazioni garantite dall’algoritmo crittografico su cui Bitcoin si basa che, per indovinare una specifica chiave privata legata a un portamonete, servirebbe una potenza di calcolo fisicamente irraggiungibile da delle macchine termodinamiche come i computer. Invece per compromettere il funzionamento del sistema e alterare il suo funzionamento, alterando le informazioni registrate e quindi le transazioni, occorrerebbe controllare più del 50% della potenza di calcolo che rende stabile la rete, il che, vista la diffusione di Bitcoin, è praticamente impossibile per chiunque.

“21 milioni di unità è un numero troppo piccolo per una valuta”

Assolutamente si. Però 1 BTC viene usato solo per comodità come unità di riferimento base, il che non implica non sia divisibile ulteriormente. 1 BTC infatti è divisibile in altre 100.000.000 sotto-unità, quindi l’effettiva quantità di unità base esistenti è pari a 2.100.000.000.000.000 satoshi (nome di tale unità elementare).

“Bitcoin rende impossibile qualsiasi controllo”

Bitcoin è per sua natura anonimo, ma non intracciabile, anzi. La perfetta tracciabilità, resa possibile tramite un registro pubblico e liberamente consultabile, distribuito e decentralizzato contenente ogni singola transazione, è proprio il fiore all’occhiello di Bitcoin. Per esempio, dal punto di vista fiscale, Bitcoin sarebbe una superba soluzione: se le entità commerciali rendessero noti gli indirizzi da esse ufficialmente utilizzati per ricevere pagamenti, tramite controlli intrecciati che coinvolgano anche la documentazione di inventario, sarebbe estremamente semplice rilevare eventuali discrepanze tra ciò che viene dichiarato e l’effettiva realtà dei fatti.

“I Bitcoin non hanno un valore intrinseco/non sono concreti/non servono a nulla”

Accantonando la premessa che qualsiasi cosa non abbia un effettivo valore oltre a quello che noi stessi decidiamo di attribuire ad essa, e ritornando nel piano concreto, comunque i Bitcoin hanno un valore intrinseco riconoscibile.
Le unità che compongono i Bitcoin infatti rappresentano messaggi legati a transazioni registrabili in un registro informatico accessibile globalmente per ora unico nel suo genere. Tuttavia il valore intrinseco garantito dalla natura fondamentale di Bitcoin è solo una frazione del potenziale valore intrinseco dei Bitcoin: infatti tale considerazione non tiene conto del valore aggiunto dall’utilizzo dei Bitcoin sia come strumento finanziario, che come periferiche da cui non è possibile prescindere per l’utilizzo della rete Bitcoin.

“Chiunque potrebbe creare i propri Bitcoin e inondare il sistema, o ingannarlo”

Potenzialmente si, chiunque sia capace di programmare potrebbe creare la propria versione di Bitcoin, e anzi, in molti lo fanno; tuttavia no, non è possibile inondare il sistema o ingannarlo. Tali valute alternative infatti esistono parallelamente al Bitcoin “ufficiale”, in sistemi di uguale o simile funzionamento ma separati fra di loro. La decisione in merito a quale valuta utilizzare e con quale misura farlo spetta solo agli utenti, con estrema chiarezza e libertà.

Per una lista di altri miti legati a Bitcoin e la loro spiegazione si veda la pagina ufficiale sulla Wiki di Bitcoin:

https://en.bitcoin.it/wiki/Myths

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